LETTERE DALLA SIRIA
Lettera 7
3 gennaio 2013
Di nuovo, buongiorno.
È
assurdo come abbia potuto dimenticare di rispondere ai tuoi auguri. Noi,
siriani, ci diciamo tra noi, in questi giorni:
“Inshallah,
l’anno prossimo, si farà festa con cuore leggero...”
Tra
i siriani, chi ha festeggiato il nuovo anno, questo anno?
Molti
erano sei piedi sotto terra.
Molti
altri in carcere.
Molti
altri ancora nei ripari gelidi che erano riusciti a trovare.
Alcuni
si trovavano ancora nelle loro case, che rischiano di dover abbandonare presto,
ma senza elettricità né comunicazioni.
Solo
alcuni fortunati hanno celebrato l’arrivo del nuovo anno.
Hanno
passato la notte a fare zapping da un canale all’altro, da un astrologo all’altro.
Volevano
sentirli annunciare che la crisi sarebbe finita e che il nuovo anno sarebbe
stato buono... o cattivo.
Volevano
sentirli predire che tutto ciò sarebbe finito e che, tra qualche mese, ci
sarebbe stata la liberazione...
Mia
cara amica, la speranza, è tutto ciò che ci resta.
(traduzione di Daniela Zini)
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