LETTERE DALLA SIRIA
Lettera 10
20 aprile 2012
“Cosa ne pensate dei bambini che
manifestano?”,
ha domandato Soha.
Qualcuno ha risposto:
“E perché non dovrebbero manifestare? I bambini
non hanno, anche loro, il diritto di partecipare alla costruzione del loro
avvenire?”
Una donna ha soggiunto:
“Non si possono mettere al riparo i
bambini di ciò che accade, soprattutto nei quartieri in rivolta. Questi bambini
hanno visto, almeno, le retate nelle loro case, l’arresto dei loro familiari, i
proiettili sparati colpendo a caso... che hanno raggiunto, loro e i loro familiari,
fino a casa loro.”
Qualcuno
ha rincarato:
“Le mogli di prigionieri e le vedove dei
martiri non riescono più a trattenere i loro figli. Soprattutto i ragazzi.”
Pensavo a tutti i bambini che avevo
conosciuto da quando avevo iniziato a fare le visite a casa loro, un anno fa, e
di cui mi avevano raccontato la storia.
Hadi ha
quattro anni. Vi
erano state retate, di continuo, a casa sua, perché cercavano suo padre che era
fuggito. Sua madre ci aveva raccontato come, una mattina, un commando avesse saltato
il muro esterno della casa. Erano più di dieci uomini in uniforme militare. Avevano
puntato i loro fucili sulle due figlie e sul bambino. La madre era a quel punto
del racconto quando il piccolo l’aveva interrotta:
“Facevano così!”,
(Puntando su di noi il suo fucile di
plastica.)
“Allora, io mi sono alzato e ne ho colpito
uno così!”,
(Dando una gomitata nell’aria.)
“Poi, io gli ho preso il fucile dalle mani
e… tac tac tac!
Rifletté un istante e aggiunse :
“No… tranne uno… No, no… tranne due!”
Noi ci siamo, a lungo, chieste perché
avesse “risparmiato” quei due soldati. E, poiché era fuori luogo porgli la
domanda, noi siamo giunte alla conclusione che gli avessero, forse, sorriso…
P.S.
Io stavo per dimenticare di dirti che,
alla fine della conversazione, noi ci siamo trovate d’accordo sul fatto che il
primo diritto dei bambini è il diritto di vivere…
(traduzione di Daniela Zini)
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