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martedì 31 gennaio 2017

Catania: Carabinieri del NAS sequestrano un'intera azienda agricola con ...

LETTERE DALLA SIRIA Lettera 5 12 maggio 2012 (traduzione di Daniela Zini)



 LETTERE DALLA SIRIA


Lettera 5


12 maggio 2012

Come stai?
Nura abita in un quartiere nel quale risiedono molti sostenitori del regime. Passa il suo tempo a riportare le conversazioni che avvengono tra suo marito e i suoi amici, shabbiha consumati e agenti della sicurezza.
Molto gentilmente, avvisa i suoi amici:
“Non uscite tale giorno. Loro dicono che Al-Qaida condurrà una grossa operazione.”
Oppure :
“Loro dicono che, giovedì, vi sarà una forte esplosione. Loro lo hanno annunciato.”
Quando usa “loro”, si riferisce, naturalmente, ad Al-Qaida, alle bande armate o ai manifestanti, infine a quelli che mette nello stesso sacco il professor Mazen, di cui ho parlato ieri.
Il bello è che, giovedì, l’esplosione si è realmente verificata...!
Oggi, Nura ha detto:
“Non uscite di casa martedì prossimo. Al-Qaida ha annunciato che vi saranno bagni di sangue a Damasco e ad Aleppo, il 15 maggio.”
Te ne ho voluto parlare perché il martedì in questione è proprio prossimo. Se ciò accadrà, si potrà dire senza timore di essere smentite che il marito di Nura e i suoi Amici sono dei veggenti.  


(traduzione di Daniela Zini)

lunedì 30 gennaio 2017

LETTERE DALLA SIRIA Lettera 4 15 aprile 2012 (traduzione di Daniela Zini)

LETTERE DALLA SIRIA

Lettera 4

15 aprile 2012

Oggi, ho chiamato il mio amico dottor Fadi. Lo ho sentito dire, alzando il ricevitore:
“Aspettate un momento, è, forse, mia madre. Se non le rispondo, morirà di angoscia.”
Ho sentito qualcuno ordinargli di riattaccare.
La sua voce, abitualmente affettuosa e posata, tremava.
“Pronto?”
“Sono loro?”,
ho chiesto.
“Sì.”
“Quali?”
Esitò.
Insistei:
“Rispondi sì o no. Sicurezza militare?”
Non rispose.
“Sicurezza politica?”
“Non lo so.”
“Dio ti guardi.”
Ho riattaccato, non credendo ai miei orecchi: Il mio amico Fadi!
Sentirò la mancanza della sua voce ridente. Io non ho dormito la notte. Ogni volta che pensavo ai colpi piovere su di lui, provavo un vero dolore fisico. 


(traduzione di Daniela Zini)

domenica 29 gennaio 2017

LETTERE DALLA SIRIA Lettera 3 26 marzo 2012 (traduzione di Daniela Zini)



 LETTERE DALLA SIRIA


Lettera 3

26 marzo 2012

Buongiorno.
Mia figlia racconta che oggi, durante la lezione di arabo, la maestra ha chiesto :
“Cosa simboleggia la colomba?”
Un ragazzo ha risposto:
“Simboleggia la libertà.”
La maestra ha detto :
“Tutti noi vogliamo la libertà. Dov’è il problema?”
Una bambina ha gridato con riprovazione:
“Come, Signorina?”
E mia figlia ha concluso il suo racconto esclamando:
“Mamma, la nostra maestra è sicuramente nell’opposizione!”
Per dirti in quale vicolo cieco linguistico, morale e sociale ci hanno sospinto, ti parlerò dei muri. Per sapere veramente sapere ciò che accade in Siria, si debbono osservare i muri. È un argomento in sé, cui dedicherei una lettera intera. I giovani rivoluzionari scrivono sui muri la parola “libertà”: حرية. Ma gli agenti di sicurezza vengono a mettere un punto sulla prima lettera per cambiarla in “merda”: خراء.
Io mi dico, talvolta, che se il regime non cambia, noi dovremmo cambiare lingua, per uscire dal vicolo cieco in cui ci hanno catapultati sotto gli occhi dei nostri figli.


(traduzione di Daniela Zini)

LETTERE DALLA SIRIA Lettera 2 19 marzo 2012 (traduzione di Daniela Zini)



LETTERE DALLA SIRIA

Lettera 2

19 marzo 2012

Buonasera.
Condivido con te, questa sera, una discussione, di cui sono stata testimone nella mia scuola e che ha coinvolto Catherine, professore di lingua straniera, una cinquantina di anni, originaria di Bab Tuma, Khudr, il sorvegliante generale della scuola, ex-professore di istruzione militare, originario di un villaggio dei dintorni di Tartus e Zeynab, professoressa di storia, originaria di Deir Ezzor.
Catherine ha raccontato:
“Ieri, una allieva mi ha chiesto: - Signorina, se il presidente non fosse sostenuto dall’America, avrebbe potuto restare al suo posto? Guardi Hosni Mubarak: quando gli Stati Uniti lo hanno lasciato cadere, lui ha perso il potere!”
L’ho fulminata con lo sguardo e le ho detto: - Specie di idiota! Come l’America può influenzare il nostro presidente! Come l’America, con tutti i suoi complotti, può minare!”
E ha aggiunto con impeto:
“Ma cos’è questa generazione putrida? Queste ragazze sono stupide e sciocche! Il popolo siriano è veramente arretrato...!
Khudr, il sorvegliante generale, ha rincarato:
“L’attuale generazione è stupida e sciocca, perché le si è cancellata dalla testa l’impronta degli stivali. Il popolo siriano nella sua interezza è completamente abbrutito. Di tutti i popoli del mondo, non ve ne è uno più abbrutito del nostro.”
Ma Zeynab ha replicato :
“Il popolo siriano, abbrutito? Non è vero ! Non vi è popolo migliore del nostro popolo. Non vi è popolo al mondo più eroico del nostro. Io, ora, sono fiera di essere siriana.”
Di dialoghi di questo genere, se ne sentono dappertutto a Damasco.  


(traduzione di Daniela Zini)



LETTERE DALLA SIRIA Lettera 1 10 marzo 2012 (traduzione di Daniela Zini)

LETTERE DALLA SIRIA


Lettera 1

10 marzo 2012

Buonasera, mia cara amica.
Ecco, l’inverno è sul punto di finire.
Quanto è stato lungo e rigido!
É stato, forse, l’inverno più duro che la Siria abbia conosciuto.
Ti ho detto che il mio lavoro non era più in periferia, ma in piena Damasco?
Io passo per piazza Seb’a Bahrat all’andata e al ritorno. Sulla facciata della Banca Centrale, vi era un manifesto del presidente, che copriva quasi un terzo del grande edificio. Due settimane fa, il vento lo ha, d’improvviso, strappato proprio al centro. Una amica che passava per la piazza mi ha raccontato che tutti quelli che vi si trovavano hanno visto quanto era accaduto, perché si è sentito un grande stropiccio nel momento in cui la foto si è strappata in due, esattamente al centro...
Mi ha descritto la faccia della gente. Era un ventaglio di tutti i sentimenti, dalla gioia maliziosa alla paura. Da decenni, la paura è la merce più corrente in Siria.
Due giorni dopo, ho visto il nuovo manifesto: una copia di quello vecchio. Ma, forse, questa volta, la sua carta è più resistente. Alcune decine di giovani ballavano su una canzone a gloria del presidente e sotto il manifesto, si poteva vedere un grande striscione sul quale era scritto:
“Bashar sta bene, dunque, in sintesi, la gente sta bene.”
Io ti scriverò domani, sempre che abbia internet e l’elettricità. 


(traduzione di Daniela Zini)