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domenica 20 novembre 2011

LETTERE DALL'IRAN: LETTERA APERTA AD AHMAD SHAHID RELATORE SPECIALE DELL'ONU SUI DIRITTI UMANI IN IRAN


LETTERE DALL’IRAN
Oggi vi propongo la traduzione della:

LETTERA APERTA AD AHMAD SHAHID, RELATORE SPECIALE DELL’ONU SUI DIRITTI UMANI IN IRAN


Onorevole Ahmad Shahid,

Noi la salutiamo rispettosamente.

Noi ci felicitiamo con lei per la sua nomina a Relatore Speciale dell’ONU, incaricato di investigare sulla Repubblica Islamica dell’Iran.
Fino a oggi, noi siamo rimasti molto delusi dalla mancanza di attenzione portata alle violazioni dei diritti fondamentali in nome della costituzione iraniana e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, alle quali la Repubblica Islamica dell’Iran è tenuta a uniformarsi.
Siamo delusi che non sia stato accordato all’Iran uno status particolare che richieda una sorveglianza continua delle organizzazioni internazionali in ragione delle sue sistematiche violazioni dei diritti umani.
Noi siamo dei prigionieri politici e dei prigionieri di coscienza, detenuti nella prigione di Rajai Shahr: noi siamo giornalisti, scrittori, studenti, sindacalisti e militanti dei diritti umani. Noi sappiamo perché siamo stati arrestati: è per le nostre attività durante le elezioni presidenziali del 12 giugno 2009, che si supponevano essere democratiche. Le nostre attività erano conformi alla Dichiarazione dei Diritti Umani e alle Risoluzioni delle Nazioni Unite, alle quali il regime iraniano è tenuto a uniformarsi. Sfortunatamente i leaders politici e i funzionari della sicurezza e della giustizia dell’Iran pretendono che le nostre attività siano sovversive e considerano quelli che li hanno condotte antirivoluzionari. È così che ci hanno arrestati, brutalmente interrogati e sottoposti a dure pressioni psicologiche e fisiche. Il regime ha condotto e continua a condurre vergognosi processi ingiusti che sono illegali e, per la maggior parte, senza un avvocato. Il risultato è che, particolarmente negli ultimi due anni, lunghe pene detentive sono state comminate, i prigionieri sono stati esiliati in prigioni, la cui condizione è al di sotto della norma, e sono stati sottoposti a restrizioni inumane. Il trattamento dei prigionieri e delle loro famiglie è stato brutale e contrario all’Islam.
Noi attribuiamo il giusto valore alla sua nomina in seno al Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani e attendiamo, con ansia, un suo viaggio in Iran per investigare sulle prigioni della Repubblica Islamica, visitare i prigionieri politici, i prigionieri di coscienza e le loro famiglie e rendersi conto del grado di crudeltà imposto al nostro Paese.
Noi la ringraziamo.    

Rasul Badaghi, Massud Bastani, Issa Saharkhiz, Ali Ajami, Keyvan Samini, Heshmatollah Tabarzadi

  Traduzione di Daniela Zini
Copyright © 20 novembre 2011 ADZ