LETTERE DALLA SIRIA
Lettera 4
15 aprile 2012
Oggi,
ho chiamato il mio amico dottor Fadi. Lo ho sentito dire, alzando il ricevitore:
“Aspettate
un momento, è, forse, mia madre. Se non le rispondo, morirà di angoscia.”
Ho
sentito qualcuno ordinargli di riattaccare.
La
sua voce, abitualmente affettuosa e posata, tremava.
“Pronto?”
“Sono
loro?”,
ho
chiesto.
“Sì.”
“Quali?”
Esitò.
Insistei:
“Rispondi
sì o no. Sicurezza militare?”
Non
rispose.
“Sicurezza
politica?”
“Non
lo so.”
“Dio
ti guardi.”
Ho
riattaccato, non credendo ai miei orecchi: Il mio amico Fadi!
Sentirò
la mancanza della sua voce ridente. Io non ho dormito la notte. Ogni volta che
pensavo ai colpi piovere su di lui, provavo un vero dolore fisico.
(traduzione di Daniela Zini)
Nessun commento:
Posta un commento