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sabato 9 luglio 2011

LETTERE DALL'IRAN: MESSAGGIO MESSAGGIO DI SAID POURHEYDAR

LETTERE DALL’IRAN
Oggi vi propongo la traduzione del:

MESSAGGIO DI SAID POURHEYDAR
In ricordo dell’amico Reza Hoda Saber,
mio compagno di cella a Evin


12 giugno 2011 – 20.30 ora di Tehran
Le lacrime continuano a scorrere sulle mie gote. Io non so cosa scrivere. Hoda ci ha lasciato anche lui; un uomo che amavo, che adoravo; un amore e una ammirazione mai provate prima di incontrarlo. Hoda e io condividevamo la cella 3 del blocco 350 di Evin. Hoda era un modello di dignità e di umanità.

Said Matinpour, Hoda e io avevamo l’abitudine di cucinare per i nostri compagni di cella. Ogni sera, noi camminavano lungo il corridoio e parlavamo per una mezz’ora. Discutevamo del Movimento Verde e del suo futuro, dell’Alleanza Nazional-Religiosa (il gruppo politico di Melli-Mashabi), della storia della resistenza in Iran e di Ezzatollah Sahabi.

Sapevo che Hoda non avrebbe sopportato la morte di Ezzatollah e di Haleh. La notizia del suo sciopero della fame, come quella di Amir Khosrow (Dalirsani), mi ha molto inquietato. Sapevo delle sue condizioni fisiche, l’indifferenza delle autorità della prigione, come dei responsabili dell’infermeria, non ha fatto che accrescere le mie inquietudini. Comprendevo pienamente la sua situazione precaria.

Mi ricordo che, una volta, la sua pressione scese talmente che svenne. Noi lo portammo in infermeria. Una mezz’ora più tardi, anziché portarlo in ospedale, lo ricondussero in cella nelle stesse condizioni fisiche. Gli avevano dato dell’acqua zuccherata e gli avevano fatto una endovenosa. Lo consideravano, dunque, guarito. Era un po’ pallido ma era sempre forte e incrollabile. Avevo l’abitudine di scambiare le mie clementine con le sue patate. Diceva sempre che le clementine zuccherine erano buone per lui. 

Quando ho appreso il decesso di Ezzatollah Sahabi, ho chiesto a Dio di fare in modo di risparmiare la notizia a Hoda. Mi sono, anche, augurato che fosse trasferito in isolamento, quel giorno, perché sapevo che non lo avrebbe sopportato. Nonostante Hoda fosse stato abbastanza forte da sopportare uno sciopero della fame, sapevo che ne avrebbe iniziato uno per protestare contro la morte di Haleh. Sapevo che lo avrebbe proseguito fino alla fine… Ed è quello che ha fatto.

Sono incapace di scrivere…
Sono sommerso dalle lacrime. Il mio corpo è pervaso da un sentimento di tristezza e di collera…

12 giugno 2011 – 21.30 ora di Tehran
Mio caro Hoda, hai sofferto?
Ti sei lamentato fino all’alba a causa di un dolore al petto senza che nessuno venisse in tuo aiuto?
Hoda ti ricordi quando ho avuto un dolore al petto e tu mi hai messo una compressa sotto la lingua nel cuore della notte?
Dove ero io Hoda per aiutare il tuo cuore affaticato?
Io vorrei che tu ti sia ricordato che le compresse erano ancora sotto il letto, là dove le avevi lasciate l’ultima volta che me le hai date…
Dio, mi senti tu?!

Traduzione di Daniela Zini
Copyright © 9 luglio 2011 ADZ

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